Un volo pionieristico
Il 16 aprile 1913, un mercoledì, soffiava un insistente vento in
direzione del mare.
La giornata era però bella e limpida; un po’ fredda, con qua e là
qualche chiazza di neve ancora non sciolta dell’ultima tormenta di
qualche giorno prima, ma ideale per la memorabile impresa che
proprio in quel giorno uno spericolato pioniere dell’aviazione di
origini triestine, Gianni Widmer, aveva promesso di compiere: un
volo da Rimini a San Marino sul suo esile Bleriot da 50
cavalli.
Widmer era stato in territorio sammarinese alla fine di marzo per
verificare la fattibilità di quel temerario progetto.
Dopo il sopralluogo, si convinse che sarebbe stato realizzabile.
Come luogo di atterraggio venne scelto il breve pianoro in cima al
Monte Carlo, alto 508 metri, a un paio di chilometri da San Marino
Città.
Il volo sarebbe stato lungo in linea retta circa 12 chilometri e si
sarebbe svolto a vantaggio dell’Ospedale e del Patronato scolastico
di San Marino: infatti era previsto che fruttasse qualche denaro
perché sarebbero stati messi in vendita biglietti per chi voleva
essere spettatore diretto di un avvenimento mai visto prima, pieno
di azzardi e tutt’altro che facile.
Fu stabilito come giorno per l’impresa domenica 13 aprile.
Ma
chi era Gianni Widmer? Non era uno sconosciuto avendo già compiuto
qualche impresa aviatoria di una certa risonanza.
Nato
a Trieste, il 25 aprile 1892, nell'allora Impero austro-ungarico, il
30 maggio 1911 conseguì il brevetto di pilota n° 41 all'aerodromo di
Taliedo, il primo brevetto di aviatore distribuito a Milano.
Presente a molte delle “Settimane aviatorie” che all’epoca si
organizzavano presso le principali città per gli appassionati di
questa nuova attività, per primo aveva volato da Grado a Trieste, e
da qui a Venezia, in un’altra occasione, girando per due volte
intorno al campanile di San Marco.
Aveva provato anche a fare un volo da Venezia a Roma, senza però
riuscirvi a causa di un atterraggio fortunoso sulla spiaggia di Fano
a cui era stato costretto per problemi durante l’impresa.
Pare che proprio qui ideasse il progetto di giungere col suo aereo
fino a San Marino.
Collaudatore di velivoli, compì ben 350 collaudi in quattro anni,
ricevendo poi nella sua lunga carriera di pilota una notevole
quantità di decorazioni, premi e targhe d’onore.
Nel settembre del 1911 fu il primo aviatore ad attraversare
l'Adriatico, compiendo ben 112 chilometri in 1 ora e 18 minuti, per
atterrare sulla spiaggia del Lido di Venezia tra lo stupore degli
ospiti dell’Hotel Excelsior.
Widmer si spense a Milano il 30 ottobre 1971, ma prima di morire,
nel maggio del 1964, volle tornare a San Marino per visitare il
luogo dove era atterrato tanti anni prima.
È sepolto nel cimitero di Sant'Anna a Trieste.
Giunse dunque il giorno stabilito per il volo a San Marino, ma
pioggia, vento e anche neve si abbatterono con forza e a lungo sulla
piccola repubblica, per cui fu necessario rimandarlo perché con un
tale aereo, leggerissimo e fragilissimo, era impossibile volare in
condizioni climatiche così proibitive.
Fu scelto quindi un altro giorno, il 16 aprile, appunto.
Widmer riuscì a decollare da Rimini alle 17.30, nonostante spirasse
un vento contrario che gli avrebbe potuto creare problemi anche
seri.
Quando fu sopra Serravalle, il Bleriot perse improvvisamente quota
facendo temere che non riuscisse a percorrere i chilometri mancanti
fino a Montecarlo.
Invece riprese gradualmente quota fino a giungere a un’altezza
rilevante.
Poi, verso le 18,15, arrivò sopra il Monte Titano e qui lanciò
manifestini in cui v’era scritto: “Dall’alto dei cieli l’aviatore
Gianni Widmer saluta fervidamente il forte operoso popolo
Sammarinese”.
Pochi minuti dopo l’aereo riuscì ad atterrare a Monte Carlo tra le
meraviglie e le preoccupazioni dei tantissimi presenti, perché
riuscì a fermarsi solo al limite della pista improvvisata rischiando
di precipitare nel burrone sottostante.
In ricordo dell’epica impresa venne eretto un cippo sul luogo
dell’atterraggio, inaugurato il 9 novembre 1913, e Widmer venne
insignito dalla Repubblica di San Marino della medaglia d'oro di
prima classe al merito civile.
Il monumento fu realizzato dallo scultore Carlo Reffi, mentre
l'epigrafe venne scritta da Pietro Franciosi, come ci attestano gli
articoli di quei giorni che si riportano integralmente e che
esplicitano con chiarezza l’eccezionalità dell’evento e lo stupore
dei Sammarinesi.
Cronache dell’episodio da vari articoli de “Il Titano” dell’epoca;
autore Pietro Franciosi
L'AVIATORE WIDMER A SAN MARINO
(
Il Titano del
1 aprile 1913)
Venerdì scorso fu tra noi,
ospite dell'ottimo Signor Giuseppe Russi, l'aviatore triestino
Gianni
Widmer
accompagnato dal suo meccanico
Carlo Bruttina
e dai giornalisti Cav.
Edoardo Viterbo
e
Otello Mocheggiani
di Ancona. Scopo della gita fu il
potersi concertare circa la possibilità di uno spettacolo aviatorio
nel nostro territorio domenica prossima 13 andante. E dopo esami e
sopraluoghi si potè stabilire un sito per
l'atterrisage
sul pianoro cosi detto di
Monte Carlo a due Km. dalla Città sulla via che mena a Fiorentino.
Stabilita questa condizione principalissima si convenne che l'inizio
del volo dovesse essere da Rimini, donde l'aviatore si dirigerebbe
direttamente sul monte Titano; compirebbe poi dei giri sul cielo del
paese, e scenderebbe infine sul pianoro suddetto.
Lo spettacolo sarebbe a scopo
di pubblica beneficenza.
Riserbandoci di dare nel
prossimo numero maggiori dettagli sul grande avvenimento sportivo -
nuovissimo per la nostra Repubblica - inviamo fin d'ora un fervido
saluto all'ardito giovane pilota, che per le vie del Cielo ci porta
il soffio di una civiltà nuova e la realizzazione di un divenire
sempre più alto della razza umana.
Widmer
è uno dei migliori aviatori
del mondo: ha compiuto transvolate audaci e difficoltose, ha vinto
gare importantissime; è riuscito sempre vittorioso del dominio dei
Cieli, rimanendone sereno, modestamente tranquillo pago solo di
contribuire, col rischio continuo della sua esistenza, alla nobile
missione di questi pionieri della civiltà.
Nella loro visita a San Marino
l'aviatore e i suoi compagni furono ricevuti con cordialità
dall’Ecc.ma Reggenza e furono fatti segno di manifestazioni di
simpatia anche dalla cittadinanza.
Si è costituito un Comitato
provvisorio che chiederà riconoscimento ed appoggio dal Governo per
esplicare meglio il suo mandato.
Gianni Widmer
(Il Titano del 13
aprile 1913)
Pochi Sammarinesi sapranno chi
sia questo giovane ardito che passa all’improvviso sul nostro
tricuspidale monte, affascinando i nostri sguardi, scuotendo le
nostre anime e commovendo i nostri cuori.
Egli è Gianni Widmer,
triestino di nascita e italiano di sentimenti, e fa parte di quella
schiera impavida dei piloti dell'aria che trigono tracciando le vie
del cielo, gettando con balda sicurezza giovanile e con saldissima
fede un ponte fra l'umanità terrestre e gli spazi celesti, in un
futuro che sarà una nuova affermazione della potestà umana sulle
forze brute della natura e del creato. Egli è uno dei migliori
aviatori del mondo: ha compiuto trasvolate audaci e difficoltose,
ha vinto gare importantissime
ed è riuscito sempre vittorioso del dominio dei cieli.
Anche questi piloti hanno il
loro martiriologio che accresce il numero dei martiri della scienza.
E in un avvenire non lontano riceveranno la loro più luminosa
apoteosi nel trionfo dell'idea, alla quale con abnegazione e
sacrificio s'immolarono.
A non lungo andare l'aviazione
sarà un fatto compiuto, e con essa si aprirà un'era nuova per i
traffici e per i commerci e per ogni specie di comunicazioni nel
mondo. Allora parrà più naturale e più semplice come avviene di ogni
vittoria conseguita di ogni conquista raggiunta. Il meraviglioso non
è meraviglioso per
se
stesso ma per le difficoltà
che offre alla sua realizzazione. Cinquant'anni or sono il
Victoria,
ideato dalla fervida mente di
Verne, parve un mito; oggi è realtà;
fra cinquant'anni sembrerà la
cosa più semplice del mondo.
Quello che contempliamo oggi
col volo dell'intrepido
Gianni Widmer
non è che un raid che
rappresenta le forze e le capacità più vive
dei nostri fratelli italiani
redenti ed irredenti; di quella falange sempre più compatta di
giovani che hanno negli occhi la fierezza dei conquistatori e sulla
fronte la calma dominatrice di chi guarda in faccia
alla morte. Tutta la
popolazione sammarinese trepida oggi per
Gianni Widmer
e scruta con lui le vie del
firmamento. Occhi e anime si slanciano in alto dalle pendici del
Titano e fissano il punto nero che appare all'orizzonte dalla parte
di Rimini e che fila rapidissimo verso di loro.
Il punto nero diventa un uomo
seduto su di un fragile apparecchio; e sotto di lui sta la morte. Ma
egli non teme la morte: atterra vittorioso e trionfante sul nostro
bel monte. E’ un nostro fratello che viene da una terra irredenta la
cui anima generosa palpita all'unisono colla nostra; e quel che più
monta è un nostro fratello perché appartiene alla grande famiglia
dell'umanità combattente.
Onore e gloria siano dunque a
lui pilota intrepido delle vie del firmamento; onore e gloria sia a
lui che modesto, tranquillo, sereno, pago solo di contribuire - col
rischio della sua esistenza - alla nobile missione dei pionieri
della nuova civiltà, unisce per primo a sì magnifico spettacolo il
nome della nostra antichissima Repubblica.
ONORIFICENZA A GIANNI WIDMER E SUOI NUOVI TRIONFI A NAPOLI
(Il Titano del 27 aprile 1913)
Il Consiglio Grande e Generale nella sua tornata del 19 Aprile, in
seguito al grandioso avvenimento sportivo del 16 stesso mese, di
motu proprio e per acclamazione conferiva al valoroso ed intrepido
aviatore Gianni Widmer la medaglia d'oro di la
classe al merito civile con nastro, onde fregiarsene.
Il Segretario per gli Affari Interni comunicò, tanto
all'impareggiabile campione dell'aviazione, quanto all'illustre suo
genitore prof. Ing. Giovanni Widmer - con telegrammi - il
compiacimento del Governo e la impartita alta onorificenza, e l'uno
e l'altro risposero telegraficamente e per lettera ringraziando.
Il Comitato Cittadino ha deliberato di aprire una pubblica
sottoscrizione per raccogliere la somma necessaria a coniare una
medaglia d'oro in onore di Widmer e ad innalzare nel luogo di
atterramento a Monte Carlo un cippo marmoreo ricordante
l'indimenticabile ed audace volo.
Come è noto il Widmer si è iscritto alle gare aviatorie
Napoli - Roma, e la nostra popolazione ha appreso con piacere i
nuovi trionfi dell'ardito pilota dell'aria, divenuto anche qui
simpaticamente popolare, dal seguente telegramma affisso al
pubblico: Widmer vincitore quattro voli quattro primi premi
importo lire dodicimila; gara: partenza - volo - slancio -
altezza.
ONORANZE A WIDMER
(Il Titano del 16 novembre 1913)
Fra le più belle giornate della sua avventurosa vita che trascorre
non solo in cielo, ma anche in questa misera terra sulla quale forse
scende per additare a noi piccoli mortali, orizzonti più vasti,
ideali più puri e più santi, l'intrepido aviatore Gianni Widmer
dovrà ricordarne due: quella del 16 Aprile 1913, quando da circa
1.600 metri di altezza, accolto dal fragoroso e delirante applauso
di cinquemila persone trepidanti di spavento e di gioia, audacemente
atterrava col suo apparecchio là sul pianoro di Montecarlo, e quella
di domenica scorsa in cui, memore e grato, il popolo tutto
sammarinese, gli tributava solenni onoranze.
No; non poteva il nostro popolo dimenticare l'uomo che gli aveva
procurato uno spettacolo nuovo, grandioso, sublime, che per primo,
attraverso le vie del cielo gli aveva fatto conoscere il vertiginoso
progresso della scienza e della civiltà, portandogli, insieme
all'affettuoso saluto delle città d'Italia, l'augurio di un avvenire
prospero e felice.
La festa di domenica, in onore dell'audace aviatore, non poteva,
adunque, non avere un grande significato doveva per ciò solo
riuscire, com'è riuscita, simpatica e bella.
Circa le 14,30 Gianni Widmer, accompagnato dal padre - Ing.
Gianni Widmer, dal Sig. Russi e da altri Sigg. componenti il
Comitato, seguito da un eletto e numerosissimo popolo, si recò, al
suono della banda cittadina, al Pubblico Palazzo dove l'attendevano
gli Ecc.mi Capitani Regenti - Comm. Ciro Belluzzi e Domenico
Suzzi-Valli - per fregiarlo della Medaglia al Merito Civile.
Nella grande e magnifica aula consigliare, in mezzo al più religioso
silenzio, S.E. il Regente Ciro Belluzzi rivolgendosi al giovane
aviatore, che ritto in piedi aspetta visibilmente
commosso,ac-compagna l'atto di consegna con queste nobili ed elevate
parole: «E a Voi, Gianni Widmer, a Voi che voleste il giorno
16 Aprile scorso far conoscere ed apprezzare anche sulle nostre
vette i progressi della scienza e la potenza dell'ingegno umano, a
Voi che faceste palpitare di trepidazione i nostri cuori e che molte
e molte madri faceste piangere di timore e tenerezza pensando alla
madre vostra lontana e a vostro padre che là, sulla spianata di
Montecarlo attendeva ansioso e cogli occhi bagnati di lacrime, di
stringere al seno il figlio adorato, allorché, spiccato il volo col
vostro fragile apparecchio dalla piazza d'armi di Rimini, atterraste
quassù felicemente; è a Voi che in nome del Grande e General
Consiglio, soddisfacendo anche i desideri del popolo sammarinese,
Noi vi rimettiamo la Medaglia d'oro al Merito, decretatavi in quest'aula
per Senatoconsulto, ed il relativo diploma, per attestarvi la nostra
grande e viva ammirazione, e per darvi una testimonianza dei
sentimenti affettuosi che d'ora innanzi ci legheranno a Voi, bene
augurando per l'avvenire vostro glorioso.»
Finita questa prima cerimonia, l'Aviatore, seguito sempre da tutto
un popolo festoso e giubilante, prese la via che conduce a
Montecarlo, dove - appena giunti il Prof. Pietro Franciosi,
dinanzi al monumento innalzato, per volere di popolo, sul luogo
stesso ove l'aviatore atterrò la sera del 16 Aprile 1913, alla
presenza degli Ecc.mi Capitani Reggenti che con l'automobile del
Sig. Russi si erano colà recati, tenne questo breve, ma vibrato
discorso:
«Cittadini! Noi siamo qui convenuti per onorare Gianni Widmer
inaugurandogli questo monumento, il secondo, per ordine di tempo
eretto ai trionfatori nell'aviazione. Monumento semplice e modesto,
ma pur bello e significativo, ideato e scolpito con intelletto
d'artista dal nostro egregio concittadino Prof. Carlo Reffi,
che ha voluto in esso raffigurare la vittoria della scienza nuova e
del progresso aviatorio, sopra le leggenda dei Titani, relegati per
sempre nella favola.
E Voi, Gianni Widmer, che nel compiere il vostro ardito volo
sopra il nostro tricuspidale monte, foste animato non da inutile
audacia, né da lucro, né da vano desiderio di effimera gloria, ma da
impulso generoso e sublime di civile idealità, oh! abbiatelo caro
questo ricordo, sia pure semplice e modesto. Voi avete diritto a
quest'ara che vi abbiamo qui innalzato; Voi avete diritto come colui
che appartiene a quella schiera di pionieri ardimentosi, che
sfidando gli elementi infidi della natura dovranno raggiungere
l'ideale luminoso della maggiore delle conquiste e che a mezzo delle
vie aeree dovranno accelerare il trionfo della fratellanza umana.
Gloria sia adunque a Voi, prode, generoso, fidente; gloria sia a Voi
che sapeste aggiungere una pagina di più alla storia della nostra
gloriosa Repubblica, cui alimentaste di novella fiamma che
illuminerà i nostri spiriti nelle ansie e nelle lotte, e solleverà i
nostri corpi nelle fatiche giornaliere, in attesa del sospirato
trionfo della giustizia pia del lavoro.»
Fra gli applausi che seguirono alle sentite parole del Prof.
Franciosi, l'Avv. Ferruccio Martelli consegnò allo stesso Widmer,
una Targa commemorativa, e un Albo contenente le firme dei suoi più
caldi ammiratori.
Tornati in città - dopo aver osservato nei suoi bellissimi e
indovinati particolari il monumento, nel quale il nostro
concittadino Carlo Reffi ha saputo trasfondere tutta la sua anima
d'artista - molti si recarono a congratularsi e rallegrarsi col
giovane Aviatore, in casa del Signor Russi di cui era, insieme a suo
padre, graditissimo ospite.
Chiuse la memoranda giornata un banchetto popolare, servito
inappuntabilmente all'albergo del Titano, in cui regnò la più serena
e schietta cordialità.
Alla frutta il Prof. Franciosi, in qualità di Presidente del
Comitato, lesse le numerose adesioni alla simpatica festa, fra cui
ci piace menzionare quelle del Ministero della Guerra, del Podestà
di Trieste, del Presidente dell'Aereo Club Italiano e di alcune
Associazioni anconetane, quali l'Asilo Notturno, la Croce Gialla, il
Risveglio Cittadino - tutte beneficate dall'Aviatore triestino.
Prende poi la parola il rappresentante della Stampa Italiana, Sig.
Otello Mocchegiani, che press'a poco cosi si esprime:
«Nel nostro quotidiano vigile lavoro di registratori delle vicende
or liete or tristi dell'umano consorzio; noi seguiamo con fraterna
premura l'ascesa di questa gloriosa Repubblica, verso le forme più
evolute di civiltà. Quando nelle settimane decorse eravamo sugli
spalti dei diversi partiti a combattere nel nome dei candidati al
Parlamento, per le civili conquiste dei pubblici poteri, pensavamo
che voi, Sammarinesi, ci avevate preceduti nella nuovissima forma
dell'agone politico, nel suffragio universale. E cosi avete
preceduto molte nostre città, molte nostre regioni nella fortuna di
veder solcato il vostro cielo dall'aquila umana; e vi ponete in
prima linea delle nazioni civili nell'erigere un bellissimo
monumento al maggiore degli sport, all'aviazione, che, ormai più che
sport, è diventata un veicolo efficace di civiltà.
A Gianni Widmer, che avete tanto degnamente onorato, e a suo padre
il nostro evviva; a S. Marino, l'augurio fervido di sempre maggiore
benessere.»
Brindarono infine all'Aviatore anche lo studente Italo Balbo e la
Signorina Luisa Sarti. A tutti - in nome del figlio - rispose, l'Ing.
Giovanni Widmer con brevi, ma sentite parole.
Seguì al banchetto un ricevimento in casa del Sig. Russi che offrì
ai convenuti un signorile rinfresco, lasciando che le signorine
Emilia ed Elisa Rossi facessero, con quella squisita grazia e
cortesia che le distingue, gli onori di casa.
Immagine tratta dal libro di Egidio Belisardi
“Il Titano racconta” del 1974
Annullo filatelico fatto in occasione del
Cinquantenario dell’impresa di Widmer
Un Bleriot identico a quello utilizzato da Widmer
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