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Il Convento di San Francesco

 

Il primo convento di San Francesco venne edificato probabilmente nella prima metà del Duecento, in località denominata il Serrone (l'attuale Murata), in territorio che all'epoca era di proprietà dei conti di Carpegna.

All'inizio del Trecento i Sammarinesi, che stavano lottando per liberarsi dal dominio del vescovo del Montefeltro e dall'ingerenza dei vari signorotti del circondario, cominciarono a giudicare pericoloso quell'edificio posto sui loro confini, perché in caso di attacco nemico poteva diventare un avamposto da dove assaltare la comunità sammarinese. Fu deciso perciò di trasferire il convento in luogo meno pericoloso per il piccolo comune, ovvero a ridosso del secondo girone delle mura di Città che in quei tempi erano più ristrette e non avevano ancora raggiunto l'estensione attuale.

All'inizio il convento di San Francesco sorse come semplice oratorio in onore del santo, voluto e finanziato forse da un benestante sammarinese (Vanne di Nomaiolo) e costruito verosimilmente da un artigiano locale, maestro Menetto. L'oratorio di Vanne, rivolto ad oriente così come voleva la liturgia dell'epoca, probabilmente corrispondeva circa all'odierna sagrestia: essa infatti ancora mostra al suo esterno tre rozze finestre fatte con pietre meno raffinate del resto della chiesa, che verrà edificata successivamente dai maestri comacini.

La prima pietra del convento, o più probabilmente dell'oratorio, venne collocata nel 1361. Nel 1373 s’iniziò a costruire il convento vero e proprio per opera di maestro Battista da Como, aiutato da altre maestranze comacine, particolarmente abili e richieste per l'edificazione di fabbricati artistici e di prestigio.

Dovettero occorrere circa dieci anni per arrivare al suo tetto, ma ci sono giunti documenti che testimoniano che i lavori proseguirono anche nei primi anni del Quattrocento. La demolizione del vecchio convento del Serrone, sempre più minaccioso per la comunità sammarinese, iniziò nel 1392. A suo ricordo rimarrà in piedi una sola celletta, che però verrà demolita nel corso del XIX secolo.

Nei primi anni della sua vita il nuovo convento ospitò uno Studium Artium, cioè la prima scuola per coloro che volevano diventare sacerdoti; gli insegnanti venivano pagati dal convento stesso. E' assai probabile che i giovani del luogo lo utilizzassero come scuola nella prima metà del secolo, cioè negli anni in cui il comune non aveva ancora un maestro stipendiato.

Tra il 1440 circa e il 1451, in un momento di forti attriti e di guerre con i Malatesta di Rimini, venne innalzata la terza cinta di mura del paese, ampliando e rinforzando la murata nuova costruita a protezione del convento. Anche l'attuale Porta del Paese nacque dalla ristrutturazione e ampliamento della porta che immetteva al convento.

Nel 1631 venne costruito il portico anteriore, alzato poi all'altezza attuale nel principio del XVIII secolo. Fu questo il secolo in cui si fecero consistenti interventi sul convento fino a ridurlo alla parvenza attuale. Della chiesa primitiva rimane in un andito chiuso e scuro a sinistra del presbiterio parte di un muro con pittura a fresco di scuola riminese trecentesca dalla quale si può rilevare che è un avanzo di un altare antico che ancora esisteva nel 1632.

 

 

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