Cesare
Borgia e la Repubblica di San Marino
Dopo aver rinunciato al cardinalato nel 1498, carica
a cui era stato velocemente elevato da suo padre, papa Alessandro
VI, Cesare Borgia, detto il Valentino,
avviò una vasta azione diplomatica-militare volta alla creazione di
un forte Stato sottoposto al suo dominio nell'Italia centrale,
naturalmente avvalendosi del grande aiuto del padre pontefice.
Ottenuto l'appoggio e cospicui aiuti militari anche
dal re di Francia, Luigi XII, tra il 1499 ed il 1501 egli conquistò
Imola, Forlì, Pesaro, Cesena, Rimini e Faenza, e venne nominato Duca
di Romagna da Alessandro VI nel maggio del 1501.
Quest'espansione lo portò ovviamente in contatto
anche con San Marino. Le scarne informazioni che possediamo in
merito ci permettono comunque di individuare tre periodi distinti in
cui Cesare Borgia intrattenne rapporti
con San Marino: nella prima fase, compresa tra l'ottobre del 1500 ed
il giugno del 1502, il Valentino non esercitò un dominio diretto sul
piccolo Stato, ma solo indiretto, diventando padrone di tutto il
circondario della Repubblica e cominciando per questo ad esercitare
forti pressioni anche sui Sammarinesi.
Nella seconda fase, individuabile nel periodo che va
dal giugno all'ottobre del 1502, Borgia
occupò militarmente lo Stato sammarinese sottoponendolo così al suo
dominio diretto, dominio che per qualche motivo non ben noto perse
per i due mesi successivi..
Nella terza fase, compresa tra il dicembre del 1502 e
l'agosto del 1503, Borgia ripristinò il
suo imperio assoluto su San Marino.
Nella prima fase gli uomini del piccolo Stato
tentarono di mantenere buoni rapporti diplomatici col Valentino
inviandogli perfino in dono vino e cibo per catturarne la
benevolenza. Quest'atteggiamento remissivo parve funzionare poiché
gli uomini del Borgia, ormai padroni di
tutte le zone limitrofe a San Marino, inviarono messaggi amichevoli
ed intrattennero rapporti gentili con le autorità locali. Per tutto
il 1501 si ebbero simili relazioni, ma dal giugno del 1502 San
Marino risulta in mano delle armate di Cesare
Borgia, così come Urbino, da cui era stato costretto a
fuggire il duca Guidobaldo, suo signore, la notte del 21 giugno. Fu
poi proprio Guidobaldo, dal suo rifugio di Mantova, a fomentare la
rivolta contro Borgia, così come fu
Venezia a fornire parecchio aiuto per liberarsi dal Valentino, e
ripristinare la situazione esistente in precedenza. Pare che
nell'ottobre del 1502, per eliminare il mal tollerato dominio del
Borgia, due ambasciatori sammarinesi si
siano recati personalmente a Venezia per offrire la loro terra alla
signoria di quella città, senza esito, però, poiché fu loro promessa
collaborazione contro il Valentino, ma non venne accettata la
sottomissione.
Nei mesi successivi Borgia
dovette rinunciare temporaneamente ai suoi nuovi domini,
probabilmente perché la ribellione scatenata nei suoi confronti lo
costrinse a ritirarsi. Tuttavia nel giro di poco tempo egli poté
ripristinare la sua signoria, e riprendere il controllo di San
Marino e del suo circondario.
Approfittando proprio di questa seconda conquista del
territorio sammarinese, gli abitanti di Serravalle, che erano stati
sottomessi al governo sammarinese solo quarant’anni prima, e che si
erano sempre dimostrati insofferenti verso il domino del comune
sammarinese, parteggiarono apertamente per il
Borgia tanto da venire prosciolti da ogni vincolo di
sudditanza verso San Marino con un diploma ufficiale del 20 giugno
1503. Inoltre i Valentino fece introdurre anche altre riforme
importanti: Serravalle venne proclamata la nuova capitale del
piccolo Stato, e la Reggenza divenne una carica solo trimestrale;
nel 1503 si ebbero così tre coppie di Reggenti.
San Marino non accettò serenamente neppure questo
secondo dominio del Valentino, e cercò di fare pressioni sul
pontefice e su altri potenti per poter riacquistare la sua
autonomia. Ma Cesare Borgia godeva di
troppi appoggi, e di milizie agguerrite e ben addestrate, per cui
non si poté in realtà fare nulla contro il suo strapotere fino alla
seconda metà del 1503. In quell'anno infatti, precisamente il 18
agosto, morì Alessandro VI, suo protettore principale; tale fatto
provocò l'immediata sollevazione di tutte le terre che aveva
sottomesso.
Guidobaldo poté ripristinare la sua signoria su
Urbino alla fine di agosto, ed anche San Marino negli stessi giorni
riuscì a scacciare i ministri del Valentino ed a riacquistare la sua
indipendenza. Gli uomini di Serravalle non poterono far altro che
chiedere perdono per la loro mancanza al ripristinato governo
sammarinese. L'occupazione di Cesare Borgia
ebbe costi economici notevoli per la piccola e non certo ricca
comunità, ma con la sua scomparsa la situazione interna tornò
gradualmente alla sua precedente normalità.
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